01/10/08

Senza Titolo I


Ci sono notti che non hai voglia di far niente e lo schermo del computer è una sonda gastrica che scruta i tuoi perchè.
Perchè ci si interroga e ci si mette in dubbio e non siamo come il mio cane che, apparentemente, vive con lo scopo primitivo della sopravvivenza ed una manciata di carezze?
Perchè non fanno la patente per l’amore.
Forse non passerei dall’avere il foglio rosa. La licenza di far innamorare e far soffrire è una grande responsabilità. Ma la sofferenza diventa un acido che si forma nella bocca ed ogni volta che penso mi si agrovigliano le budella. Mi verrebbe voglia di vomitare i miei pensieri sopra un tavolo al mercato del pesce. Vorrei tanto che i miei pensieri fossero come sardine. Vorrei venderli a chiunque avesse fame di una vita stravagante ed inusuale. Prendere i miei pensamenti e staccarci la testa, privargli della spina dorsale e poi li, senza struttura, abbandonarli all’olio bollente o alle braci e sia quel che sia come il futuro di una sigaretta accesa che fin che sta spenta sai che è carta e tabacco, ma poi è fumo e non sai più dovè.
Vorrei che le mie gambe fossero più lunghe per dimostrare anche ad un albero che so vedere più lontano di quanto non possa fare ora. Vorrei che le storie non finissero mai, ma che si trasformassero in un profumo da mischiare coi miei abiti e la mia pelle ogni volta che sento la puzza della solitune e della morte.

Quando ho pensato: "FACCIO 30" - 17/07/08 Malpensa, pensieri tra Atene, Milano e Lisbona -



Io ci credo che a volte i capelli mi cadono sugli occhi per non farmi vedere tutto quello che c’é intorno.
Io ci credo che il ginocchio a volte mi cede per farmi decidere da che parte andare.
Io lo so che a volte il telefono mi squilla perché in tempo non ci dovevo arrivare.
Io lo so che c’é una musica in sottofondo che non riusciamo ad ascoltare ma che ci fa continuamente ballare.
Lo stesso aereo che ora aspetteró per 5 ore l’ho giá preso in un minuto.
Questa penna che scivola male, srotola i miei pensieri, di nuovo soli, di nuovo senza uno sguardo a cui comunicarli.
Ci vuole troppo amore per stare al mondo felici.
Anche l’odio devi amare per essere felice, anche la vendetta e la stupiditá.
Ogni cosa terribile ci rende consapevoli dell’evidenza del suo contrario.
Tra 40 giorni ne faccio 30.
La quaresima del trentennale della mia vita che non so se si trova ad un terzo o alla metá del suo percorso.
Sono cresciuta in un mondo fatto di sacrificio e di lotta; ora vivo in una realtá che é quasi solo apparenza e quasi sempre appariamo in una forma che non ci piace.
Ho visto una scritta che diceva: ”il futuro non é piú quello di una volta!”.
Ora il futuro é come una malattia psicosomatica e piú ci pensi piú ti gratti la testa.
Ieri ho mangiato un gelato con mia nonna; guardava il gelato con gli occhi di una bambina. Senza chiederle niente ho rubato un po di quella luce nei suoi occhi e ne ho fatto il principio attivo di una pozione che berró ogni volta che penso al mio futuro.
State bene.

26/05/08

STORIA DI UN FINE SETTIMANA, DEL CANE COI FUNGHI ED UNA FIAT PUNTO DERUBATA


PRIMA PARTE

“uffa che prurito” “sta cosa mi gratta di bestia....” “minchia che fastidio”.....In quel giorno erano le uniche cose che riuscivo a pensare. Allora iniziavo a leccarmi cercando di diminuire il fastidio...la “tipa alta” che mi da da mangiare però non mi lasciava grattare. Uffa che palle!
Passati due giorni, sta cosa che avevo sulla schiena, da una piccola pustola si era trasformata in una piaga in sangue che quasi mi arrivava alla coda.
A me dava fastidio. Poi “quella alta” mi ha portato fuori a pisciare (a me non lasciano pisciare in casa) e prima di tornare a casa m’ha portato da un tipo basso con il pizzetto che cià addosso l’odore di tutte le bestie del mondo. E’ vestito con una tutina blu.....ridicola. Sto qua mi scassa le balle a nastro. Mi obbliga a saltare su un tavolo (se lo facessi in casa, invece, mi taglierebbero le zampe davanti!) e poi mi parla con un tono da idiota come se stesse a parlare con un cucciolo. “Io di deficenti come te no ho gia visti parechi, sai” era quello che volevo dirgli.....ma Loro sentono solo starni suoni uscire dalla mia gola. Be’, dicevo che sto inbecille con la tutina blu mi da un biscotto schifoso, lo annuso, lo prendo in bocca e glielo sputo addosso (cretino!) ....lui allora prende un arnese rumoroso e me lo passa proprio dove mi prudeva. Che bello! Che sollievo! Mi stava grattando un po sulle piaghe! Aaaaaa. Poi mi accorgo che ce’ un sacco del mio pelo sul tavolo! Ho paura, tento di scappare e “quella Alta” incomincia a grattarmi dietro alle orecchie.....che stronza! Lo sa che non resisto.....mmmmm che bello! .......mi distraggo eeee ZAC, lo scemo mi infila un’ago nel collo e mi spruzza un liquido che brucia a balla! Io lo Odio sto qui, ma che ho fatto di male?.
Ora mi fanno scendere dal tavolo e si parlano tra di loro.....ho paura.....mi sa che stanno parlando di me...
Fa per darmi un’altro biscotto e io glielo ri-sputo!
Usciamo finalmente. Andiamo a casa.
“Quella Alta” è completamente impazzita, mi sfila di sotto la pancia il mio letto e lo inbuca in una scatola bianca! Non ho più dove dormire. Poi, come se non bastasse mi infila dalla testa un imbuto bianco di plastica. Mi sento un deficente! Ma che cosa ho fatto di male! Sto coso mi da fastidio, non vedo nulla, sbatto contro le porte....mamma che tortura!
Passo una notte di inferno! Con sto coso infilato al collo non riesco nemmeno a leccarmi il pisello che mi gratta a manetta.....la piaga sulla schiena mi fa impazzire, il mio letto non ce più ed ho passato tutto il tempo su di una copertina sottile sottile che sentivo persino le fughe delle piastrelle sotto la coda.
La “alta” si sveglia.....mi viene vicino, mi chiama e mi strofina una cosa fresca sulla piaga della schiena, mi fa male, mi gratta con forza, poi mi infila delle cose tipo sassi in gola e quasi mi soffoca.......:”basta questo e’ troppo, gliela farò pagare!”.
“Quella alta”, dopo la passeggiatina cacca/pipì cortissima, mi molla in casa di fretta e furia e se ne va.
Finalmente riesco a grattarmi e leccarmi dappertutto, oggi non m’ha infilato l’imbuto di plastica in testa. Vado a mangiare un po di quelle cose secche che “la alta” mi mette dentro al mio piatto, poi mi rilasso un po e mi lecco il pisello e le piaghe sulla schiena. Hanno un sapore strano, deve essere qualche porcheria che mi hanno spalmato, ma ora pulisco per bene tutto. Quella alta ha pure lasciato la porta del salotto aperta.....ora glielo faccio vedere io.
Finalmente arriva il mio momento.....LA VENDETTA! A che sapore delizioso che cià la vendetta......sarei capace di stare senza mangire per tre giorni, pur di assaporare per un attimo il gusto della vendetta!
Inizio con il fare tutto cio che “la alta” non vuole.....salto sul sofà e mi ci strofino, mi gratto le piaghe della schiena sugli spigoli e sulle cuciture delle poltrone, poi mi scappa la pipì.....e non ci penso due volte. Dal mio pisello schizza urina che si deposita da tutte le parti. Mi sento un cherubino in cima ad una fontana......zampillo sulla poltrona di stoffa rossa e poi sul sofà di pelle marrone (assassina!). Il Manneken Pis di Bruxelles mi faceva una pippa, io.....altro che Manneken....mi sentivo un prodigio dell’incontinenza senile un vero e proprio riservatorio amoniacale in azione. La vendetta era giovane e io mi sentivo nel pieno delle mie forze....Dopo un po mi viene una senso di vomito nauseabondo ed il sapore di quella cosa che avevo spalmata sulle piaghe della schiena mi veniva alla bocca. All’improvviso tutto il cibo che avevo ingurgirato lo rigurgito......ma dove! Quale miglior occasione per culminare la mia vendetta con una macchia di vomito fresco, fresco sul tappeto.
Così decisi di terminare il mio lavoro. Mi sentivo soddisfatto! Pieno di me! Liberato da un fardello enorme! Me ne torno a dormire e faccio sogni tormentati dalla paura dell’arrivo di “quella Alta” e della sua reazione nel vedere la sala conciata in quel modo. Dormo.
Mi sveglio. La chiave sta girando nella serratura. Sento il suo odore. Ho paura , dove mi nascondo.
“Quella Alta” entra .....mi da una carezza, non e’ ancora entrata in soggiorno, va in cucina, beve un bicchiere d’acqua, va in soggiorno.....io mi memitizzo in un angolo del corridoio.....sento un urlo sgozzato! Poi i passi veloci e poi uno starno vento tra i peli del diddietro anticipano quello che mi aspetto.....rapidamente infilo la coda tra le gambe e con essa tappo bene i testicoli, chiudo gli occhi e.......SBAMM: un calcio nel sedere mi spatacca contro il muro!


SECONDA PARTE

Tutto quello che puo succedere in un giorno, solo Dio lo sa.
....e non te lo dice!
Per fortuna, altrimenti non c’era gusto!
Il fine settimana doveva essere dedicato alla spiaggia ed al relax. Concentrarsi nel fare un bel niente.
I.M., la cugina di MMR ci chiama e ci invita ad una cena di fine corso (ingegneria alimentare).
A noi non ce ne fregava niente, poi un gregge di nuvole impazzite hanno rovinato il tempo ed un ventaccio fastidioso piegava gli alberi, allontanava le foglie e con esse la nostra voglia di metterci in bikini. Cosi’ accettammo l’invito.
Macchina destinazione ristorante. Squilla il telefono di MMR...era la cugina di 2°grado, ovvero la mamma di IM, e ci informa che la macchina dei genitori di MMR è stata rapinata nel pomeriggio in un parcheggio e la Sra MdC e il Sr RR sono dalla polizia a fare denuncia.
Andiamo cosi’ alla polizia a fare compagnia ai 2. Scoprimo che sono state rubate un mazzone di chiavi ed i documenti dell’auto, con impressi gli indirizzi delle case le cui porte si aprono con un clik di una delle suddette chiavi. Ci si preoccupa un po ma poi si va alla cena della IM.
Si torna a casa e prima di coricarmi faccio la medicazione al mio cane DFP.
Da 2 giorni aveva una pustola sulla schiena e leccandosi si era creato una brutta ferirta. Il veterianario dice che e’ un fungo, così gli ha fatto una puntura di antibiotico, tosato la parte di pelle in questione e medicato con una crema. Lo stesso medicamento lo devo ripetere per 9 giorni accompagnato con ¾ di pastiglia (antibiotico). DFP non sembra molto contento. Ho dovuto mettergli l’imbutone di plastica al collo per non leccarsi la crema. Il problema e’ infilargli le pastiglie in bocca. L’unico modo e’ infilare un dito in gola e spingere le pastiglie. Se gliela arrotolo in una fetta di prosciutto la pastiglia dopo 10 secondi e’ sul pavimento ed il prosciutto nella sua pancia.....ma sto trattamento non gli piace. Ho dovuto pure lavargli il letto perchè il veterinario dice che il fungo potrebbe essere ancora nel posto dove dorme. Così DFP è stato costretto a 2 giorni di copertina appoggiata sul duro pavimento.
Il giorno seguente ci si sveglia e si programma il da farsi. MMR chiama suo papà, il Sr RR e dice che sta sul posto dove la sua macchina e’ stata assalita per vedere se trovava qualche cosa.
Il Sr RR racconta che incontrò un sacco di plastica accartocciato sotto un’altra vettura, dentro il quale c’erano alcuni dei documenti e carte apparteneti alla sua macchina. RR racconta anche che dopo il ritrovamento, un ragazzo che si trovava li gli disse: “Buon giorno, cosa sta cercando”
RR:”ma ....sa ieri mi hanno rapinato la macchina in questa zona...e per curiosità sono venuto a vedere se i ladri hanno lasciato quelche cosa in giro e.....guardi, sono stato fortunato.....mancano pero’ la borsetta di mia moglie, il mio cappello....ma vabbè, fa lo stesso.....”
Il ragazzo:” mmm.....la sua macchina era parcheggiata qui ieri pomeriggio?”
RR:”...si!”
Il ragazzo:” Una Fiat PUNTO Van bianca?”
RR:”SI!”
Il ragazzo:” Bene....allora io so dove sono le sue cose!”
RR:”ma.....come.....davvero?”
Il ragazzo:”Si sono nel garage di questo palazzo!”
RR:”....bhe ..allora me le dia!”
Il ragazzo:” si ma ora non posso devo andare a lavorare,....io lavoro qui sa!...facciamo cosi! Ci vediamo alle 15.30 qui davanti e lei riavrà le sue cose!”
RR:”.......oo ok!”

Dopo sta telefonata MMR si preoccupa un sacco e dice a sua padre di andare alla polizia e denunciare il fatto e che noi lo avremmo raggionto alla caserma.
Alle 12.00 arriviamo alla caserma, il Sr RR aveva gia parlato con la polizia:” Non vi preoccupate, è tutto combianato, alle 15.15 mi trovo con 2 poliziotti in borghese nella strada parallela al punto di incontro con “il ragazzo” e loro controlleranno tutto da un certa distanza ed interverrano in caso di necessità”
Mmmmmm noi eravamo tutti un po preoccupati....una sensazione strana, un misto suspance e paura.
Chi era “il ragazzo”?
Cosa voleva?
Perche’ non ha consegnato subito le cose?
O perche’ dopo averle ritrovate le ha tenute con se invece che consegnarle alla polizia?
Sara’ che vuole del denaro in cambio?
Sarà che si presenta con un gruppo di disgraziati?
Sara’ che e’ armato?
Queste erano le domande che perseguitavano le teste di noi 4 che eravamo li....le 12.30 circa, ...3 ore prima del verdetto, dell’appuntamento col “ragazzo”. 3 ore di attesa trascorse in una trattoria li vicino.
Ordiniamo pesce alla griglia con insalata e patate per tutti. L’occhio bianco del pesce allungato nel mio piatto mi comunicava uno strano presagio. Sarà che andra tutto bene?.
Il signore della trattoria era molto simpatico. Il Sr RR si mette a parlare con lui. Dopo un po si intavola la discussione fresca, fresca del giorno: “l’assalto alla macchina”.
Il Sr della trattoria incomincia a leccarsi i baffi e prende una sedia, si mette al nostro tavolo e strofinadosi le mani ci racconta di una sua vicenda, dove la maccian della figlia era stata coinvolta in una situazione simile. In questo caso, grazie alle conoscienze losche del Sr della trattoria, i documenti dell’auto della figlia sono pervenuti alla trattoria dopo 48 ore per mano di un complice del misfatto. Insomma avevvamo a che fare con uno che la sapeva. Il Cogiak del quartiere, il Colombo del rione, il Don Ponzi dei ristoratori.
Il Sr della trattoria dopo aver ascoltato la nostra storia e dopo aver appreso del futuro poco certo che ci aspettava, incomincia a sudare dall’emozione, si continua a leccare le labra, come se c’avesse l’acquolina di fronte ad una prelibatezza, sembrava eccitato, soddisfatto, si era completamento immerso nella situazione...situazione della quale, io, ne avrei fatto sinceramente a meno. Il Sr della trattoria prende in mano il telefono e compone numeri a caso e parla con i suoi contatti. In ordine: Il Sr Capo del Campo Nomadi della zona, Il Sr Responsabile del reclutamento Spacciatori del quartiere, Il Sr Capo responsabile del reclutamento Giovani Microcriminali della città ecc ecc. Insomma sto qui era in possesso di una rubrica che avrebbe fatto invidia a Scotland Yard.
Nonostante lo sforzo enorme del Sr della trattoria, sembrava che nessuno appartenente alla “giustizia parallela” potesse aiutarci.
Così, come da copione, alle 15.00 saliamo tutti sulla macchina di MMR e ci dirigiamo piano piano sul luogo dell’incontro con “il ragazzo”.
Era stato tutto studiato e pianificato durante il pranzo:
1- Si va con la macchina di MMR che non la conoscono
2- Lasciamo il Sr RR al semaforo, e proseguirà a piedi e fischiettando fino al luogo prestabilito
3- Al luogo prestabilito il Sr RR si incontrera con i 2 polizioti in borghese
4- Il Sr RR si avvicinerà al luogo di incontro con “il ragazzo”
5- Io, MMR e la Sra MdC rimarremo in macchina, parcheggiata in zona strategica ad osservare ed, in caso di necessità, intervenire
6- La polizia rimarrà a vista d’occhio.


Bene, siamo pronti....ciak, si gira!
In macchina arriviamo ad un incrocio che ci avrebbe introdotto nella via del luogo combinato. Qui il Sr RR scende, ci saluta e se ne va fischiettando.
Io rimango seduta dietro con la mamma di MMR, ovvero la Sra MdC.
Giriamo nel quartiere e la MdC incomincia a sospettare di chiunque passasse di li:” Ecco, lo vedete quello li coi pantaloni larghi e l’orecchino?.......dev’essere un ladro!” e continuava :” E quello li lo vedete?!, quello con la barba e una lattina di birra in mano?....dev’essere uno di quelli che ha rapinato la nostra auto....di sicuro”
Io e MMR non rispondiamo. Con la macchina cerchiamo parcheggio in una posizione dalla quale si potesse vedere e controllare la scena. Le cose incominciavano male.....nemmeno un parcheggio! Andiamo in giro....bechiamo il padre di MMR, il Sig RR che va in giro, aspettando che si faccia l’ora prestabilita, ci vede passare e.......ci saluta con la mano! Mamma mia....io in quel momento entro in panico! Dovevamo passare inosservati! Il Sr RR era sceso prima per non dare nell’occhio e poi ci fa “ciao” con la mano al nostro passaggio !?!...ma come! Mannaggia!
Incominciano a sudarmi le mani e mi faccio la coda e mi metto gli occhiali da sole! Io in quaste città ci lavoro! MMR fa la stessa cosa e tenta un camuffaggio dell’ultimo momento!
Io avevo il cuore a 1000! Finalmente troviamo parcheggio! Cazzo: l’unico posto era esattamente davanti al luogo di incontro col “ragazzo”. Mi cago sotto! Lo dico e decido di uscire dalla macchina! Io, li, avrei solo creato panico! Allora mi sarei sentita più utile nel stare lontano ed osservare la scena e chiamare rinforzi di polizia nel caso ci fosse stato il bisogno.
Esco dall’auto e mi dirigo alcuni metri più in la! Trovo un posto dal quale potevo vedere il luogo dove il Sr RR avrebbe dovuto incontrarsi con la polizia ed il luogo di incontro col “ragazzo”.
Ogni tanto telefono a MMR, la quale mi informa di quello che vede dalla sua angolazione! In questo modo mi sento più sicura e controlliamo la situazione su più fronti!
Alle 15.15, come previsto sbucano 2 tipi giovani con giacchetta in jeans che ciavevano scritto in fronte ”siamo della polizia”, fanno un cenno al Sr RR, il quale si trovava davanti al luogo di incontro col “ragazzo”.
Il ragazzo arriva!
Dice al Sr RR di seguirlo nel garage ed incominciano a percorrere la rampa di accesso. Prima di scendere il Sr RR fa un cenno alla polizia dall’altro lato della starda. I due poliziotti in borghese incominciano a correre e scendono anche loro dalla rampa. In un secondo sono spariti tutti e 4.
Non sappiamo più nulla di nessuno! Cosa sta succedendo la in basso!?!.....passano circa 2 minuti.
Avevamo tutti paura! Ogni rumore era un presagio, la vicina che dal balcone sbatteva la polvere del tappeto, produceva suoni che nella nostra mente erano spari, le frenate delle maccchine al semaforo erano urla strazianti di un moribondo, lo sbattere delle porte erano pugni in faccia, le urla dei bambini erano le sirene dell’ambulanza.....
Ad un certo punto risalgono tutti in superficie. Il Sr RR ha in mano la borsetta della moglie ed il suo cappello. La polizia se ne va ed “il ragazzo” pure.
Risaliamo tutti in macchina e incominciamo a pensare. Passano almeno 10 minuti di silenzio. Poi il Sr RR dice:” ed io che pensavo che “il ragazzo” fosse un complice e che voleva chiedermi dei soldi...” “forse dovrei dargli una riconpensa!”.
Passano altri 5 minuti ed io dico:” ma se “il ragazzo” era in buona fede, perchè non ha consegnato tutto stamattina....era la questione di pochi secondi”.
Poi MMR dice: “ e com’è che “il ragazzo” sapeva che la macchina rapinata era una Punto bianca?”
“non sarà che ha capito che gli altri due erano della polizia ed ah avuto paura?”.
A questo punto rimaniamo tutti in silenzio. E ce ne andiamo a casa. Ognuno per la propria!
Durante il tragitto per la nostra casa, io e MMR pensiamo all’accaduto, al fine settimana incredibile, pieno di sorprese.....e pensare che volevamo riposare. Pensiamo allora che era ora di recuperare e goderci le poche ore rimaste prima dell’arrivo del lunedi. Quindi pianifichiamo una passeggiata sul lungo mare, un gelato e poi il cinema.
Entriamo in casa.
Li c’era il mio cane DFP che ci aspettava, scodinzolava. Gli faccio una carezza sulla testa.
Ha un’aria strana, come di quello che l’ha fatta grossa. Mi rendo conto di essermi dimenticata di mettergli l’imbuto di plastica per non leccarsi la ferita sulla schina. Vado in cucina, bevo un bicchiere d’acqua e mi accorgo che la porta della sala era aperta. Penso che quel furbacchine del DFP ha già imparato ad aprire le porte e che d’ora in avanti avremmo dovuto chiuderle a chiave. Entro in salotto e mi accorgo del macelo che aveva combinato, ma questo lo sapete già (vedi: PRIMA PARTE) e così i piani della serata tranquilla si sono trasformati nelle pulizie di primavera fino a tarda notte. Poche ore per riposare e poi un lunedì da incubo ha iniziato un’altra settimana.
Ho capito che fare i programmi è romantico*
State bene

*vedi post di Ottobre 2007: Romantico-Romanticismo

26/03/08

LA GIUSTIZIA


Oggi ho letto sta notizia sul giornale:

Ladro schiacciato dalla cassaforte
appena rubata in un Mc'Donalds


BARI - Schiacciato dalla cassaforte che stava cercando di rubare. E' morto così questa mattina. L'uomo, con qualche precedente, è stato trovato senza vita in un ufficio del Mc'Donalds che si trova all'interno dell'ipermercato Auchan di Casamassima, vicino Bari. Il tentativo di furto è avvenuto con tutta probabilità tra le 5, quando gli operai hanno chiuso dopo le pulizie, e le 7 di stamane.

Secondo i carabinieri, che indagano sull'episodio, C. era in compagnia di altre persone che poi sono fuggite. I ladri, dopo aver facilmente forzato alcune vetrate, si sono diretti verso l'ufficio e hanno cercato di scardinare la cassaforte ma qualcosa non è andato per il verso giusto.

Nella fuga il forziere è caduto addosso a C. che ha subito un trauma cranico ed è morto sul colpo. Quando sono tornati verso le 7 di stamane, i titolari hanno trovato il corpo e hanno avvisato i carabinieri. Nella cassaforte c'erano 6-7.000 euro ma i ladri non sono riusciti a impadronirsene.

(25 marzo 2008)


La notizia m’ha colpita ....ho pensato un po alla sfortuna del tipo ed un po a quello che forse e’ una bilancia del destino.
In questo caso la bilancia sè sbilanciata e se messa a pendere tutto da un lato. La bilancia è il simbolo della giustizia. La giustizia non esiste. Ne sono sempre piu convinta. Si puo fare del bene a qualcuno......si puo essere imparziali.....si puo ascoltare tutte le parti...ma la giustizia non esiste. Siccome la giustizia fatta dai tribunali giudica le persone ed i fatti della vita attraverso la consultazione e l’applicazione di leggi, la giustizia assoluta non esiste perche cio che e’ giusto per me non e’ giusto per l’altro. Le cose che dico a vanvera sono in realtà basate su cose che un po conosco e sento e che leggo.
LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI......è la frase che ce scritto nei tribunali e nei palazzi di giustizia. La scritta è sempre grandissima.....il fatto di essere grande è probabilmente dovuto alla inadempienza del suo contenuto nella maggior parte dei casi, quindi viene scritto enorme in modo da scordarsene il meno possibile.
La storia recente ci conferma che la legge NON è uguale per tutti, perchè si fanno differenze sostanziali tra chi HA I SOLDI e chi NON NE HA. In questi casi la legge non viene applicata, ma plasmata su misura per le persone con molto potere.
La Giustizia applicata al caso di “Bolzaneto” e delle relative torture sui ragazzi che manifestavano durante il G8 di Genova hanno raccimolato 67 anni di reclusione per la totalità degli agenti di polizia imputati.
Ma l’opinione pubblica cosa pensa di chi manifesta nel 2008?
E tutti quelli che hanno strumentalizzato gli accaduti a costo di torture silenziose, non meritano almeno il nostro giudizio?
Io credo nella legge ma credo anche nella bestia!
Siamo tutti un po bestie e le gabbie ci stanno strette se rimangono chiuse per troppo tempo e poi esplodiamo e ci arrabbiamo e commettiamo atti istintivi. Questa è la natura.
La giustizia è l’oposto della natura!
E’ l’opposto se consideriamo la costituzione ed il suo iter di applicazione.
La giustizia è come la natura!
Se si considera l’atteggiamento del mio cane.
Sto seguendo una serie interessante in TV si chiama DEXTER.
E’ la vita di un ragazzo che lavora per la polizia di Miami e deve investigare per dei casi di assassini ed uccisioni. Allo stesso tempo sto tipo e’ anche serial killer e uccide con una certa frequenza e, dato il suo mestiere, sa come fare a non lasciare nessuna traccia e quindi non viene mai scoperto dai suoi colleghi e da se stesso.
L’unica differenza è che il protagonista uccide i serial killer vari. Ovvero lui è più rapido di tutti a risolvere i casi e prima che la giustizia faccia il suo corso, i cattivi li ha già uccisi lui.
Una visione un po americana dei fatti. Ma è interessante come si venga a disegnare una immagine “pulita” “pura” e “”innocente”” di questo investigatore/killer pur eesendo un assassino spietato, senza scrupoli, freddo e minuzioso.
Questa non è il tipo di giustizia che è riportata della costituzione! Ma allora perchè la serie è tanto acclamata e il personaggio così interessante?
Io non so come mi comporterei in caso di estrema necessità....ma credo che sarebbe difficile applicare la legge in un momento estremamente caldo, ovvero quando ci sentiamo più “bestie” che “bilance”.
Probabilemte nemmeno il padrone del Mc Donald’s della notizia sopra riportata, sapeva se il suo comportamento “a caldo” sarebbe stato piu’ bestia o bilancia.....in questo caso cià pensato il destino, che, in fin dei conti è la cosa più sicura e sconosciuta della viata che ci accomuna tutti, Bestie e Bilance.
State bene.

11/03/08

STARE VIA E' UNA INSALATA NELLA NEBBIA


Per chi e' nato nella nebbia ed ora vive in mezzo al sole, non sempre le cose corrono liscie.
Il ricordo si aggroviglia nella gola e l'attesa dell'umidita' che sulla mia macchina non si forma piu', ora si annida in una lacrima ed e' acqua lo stesso.
Al mattino resta il sale della lacrima sciolta al sole e ci condisco i pensieri ormai un po insipidi e leggeri.

20/11/07

MONDO CANE


Si dice che il cane sia il migliore amico dell’uomo… a volte e’ cosi’…quasi mai avviene il contrario.
Io non so bene se sono la migliore amica del mio cane perche’ spesso gli rompo le balle, lo so perche’ me lo fa capire ….e come se sbuffasse, come quando una ti sta triturando le palle “non fare questo,…non fare quello…..li no….vieni qui….dove vai!”. A volte la sua mimica facciale e’ cosi’ sottile che nella mia testa tutto cio’ che fa si traduce in parole. Del tipo: quando mi guarda con aria di sufficienza compassionevole, nella mia testa si traduce la frase “ma che palle, ma perche’ si intestardisce cosi’…che ho fatto di male!”.
Quindi per me D.F.P. e’ come se parlasse.
Ho vissuto per circa 2 anni in un paesino un po isolato sotto vari aspetti e punti di vista.
Una sera ero un po depressa, molto sola ed abbastanza in paranoia, era inverno, c’era gia’ buio e fuori c’era freddo ed aveva appena smesso di piovere. Decisi di scendere in strada ed andare a prendere una birra al bar.
Scesi le scale di casa, apri’ la brutta porta in ferro e vetro, il suo cigolio ritmo’ i due scalini che separavano il livello della casa con quello della porta. La testa bassa…non mi aspettavo niente. Chiudo la porta infilo le mie mani, sempre secche e dure, nella tasche della giacca, mi giro direzionandomi nel mezzo della strada contorta e artritica del centro storico. Tutto era illuminato di giallo, quel giallo crema che sa di rancido dei borghi vecchi di paese, dove i muri conoscono tutto di tutti. Alzo un po gli occhi e ce’ li qualche cosa.
E’ un cane. Molto magro, nero spelacchiato. Mi guarda….Lo guardo.
Lo guardo piu’ profondamente. Scodinzola.
Incominciai il mio cammino. Lui mi segue. Mi segue costantemente. Non c’era nessuno, solo un po di vento e qualche goccia dalle grondaie. Ogni tanto mi giro e lui e’ sempre li.
Continuo la mia strada…stranamente non mi sentivo piu’ sola….ma qualche cosa di peggio…mi sentivo inseguita…controllata…imitata. Decisi quindi di giocare con la situazione e sfidare il caso scegliendo di andare al bar che si trovava dall’altra parte del paese, a circa 1kilometro. Arrivo al bar. Il tipo a 4 zampe tutto nero e’ ancora li. Lui non entra…non c’era stato bisogno che glielo facessi capire io in qualche modo…Lui non e’ entrato e basta, fingendosi quasi disinteressato. Bevo la mia birra piccola ed incontro due anime conosciute con le quali scambio qualche parola. Passata circa mezz’ora, esco. Il Tipo nero a 4 zampe era li che fingeva di guardarsi intorno. Intrapresi il cammino di casa. Lui era li. Ormai lo conoscevo….insomma era mio amico! M’aveva aspettatto. Ma che cavolo…io mica glielo avevo chiesto. Allora lo guardo e gli faccio un sorriso, allungo una mano e gli faccio una carezza sulla testa. Aveva un taglio profondo nell’attaccatura dell’orecchia. Mi fa gli occhi “da cane bastonato”.
Arrivo a casa, lo ringrazio per la compagnia e gli dico che era stato importante…non mi ero sentita sola durante il tragitto…m’aveva fatto stare bene. Gli do un’altra carezza. Lui chiude gli occhi, allunga la testa ed il collo, come per aumentare il tempo e la superficie di contatto tra la mia mano ed il suo pelo ispido e sporco. Lo saluto l’ultima volta e salgo in casa. Appena entro in cucina penso al cane nero, penso che magari cercava qualche cosa per mangiare. Allora prendo un salamino di sangue di maiale, un sanguinaccio, fresco che m’aveva regalato un mio amico del paese, ma che a me non piaceva. Scendo in starda con il pacchettino di carta stagnola. Lui era ancora li nella stessa posizione. Mi guarda ed incomincia a scodinzolare ritmicamente come se qualcuno gli avesse caricato la corda della coda. Appoggio il pezzo di stagnola col sanguinaccio sul pavimento. Lui si avvicina al cibo. Annusa. Mi guarda. Annusa di nuovo. Mi riguarda. Si volta e se ne va. Se ne va per la sua strada. Un’altra strada, una strada differente da quelli che pensano che basti un po di cibo per farci stare bene.
Passano alcuni giorni. Ogni tanto penso al mio incontro con il cane nero ed a tutta quella magia che aveva impacchettato quei momenti…propio come un regalo, un anedoto piacevole da ricordare ogni tanto.
Oltre al lavoro facevo altre cose, nel paesino. Ogni tanto, per mantenermi “in forma” andavo a correre lungo il fiume che passava di li. Allaccio le scarpe da ginnastica, corro rapidamente giu dalle scale, apro la porta esco. Il vento fresco mi spinge e mi svuota la testa. Alla casa gialla giro a destra, entro in una vietta stretta e puzzolente, in fondo a sinistra, il piazzale, il ristorante, il museo, il meccanico di moto. Costeggio il giardinetto sulla sinistra , passo tra due vecchi cipressi e salgo fino ad imboccare il ponte che mi portera’ dall’altra parte del fiume e finalmente in campagna. In questo punto, per tre giorni a fila incontravo il cane nero. Mi seguiva per il resto del mio tragitto. Correva felice, saltava nei prati, inseguiva gli uccelli, mi guardava e scodinzolava felice. Per questi tre giorni il cane nero mi accompagnava fino alla porta di casa. Non accettava mai il mio cibo. Al mattino lo ritrovavo li sul pianerottolo, arrotolato come una Girella. Si stiracchiava e le sue ossa schiccavano come quelle di un vecchietto, mi guardava dritto negli occhi e nella mia testa sentivo dire “Buongiorno”. Cosi’ rispondevo “Buongiorno”.
Andavo a lavorare e la sera quando tornavo era li. Alla fine io ho deciso “tu sei il mio cane….va bene?” e lui credo che abbia detto la stessa cosa di me. Cosi’, dopo un bagno di un’ora e una lunga seduta dal veterinario, il cane nero e’ entrato in casa.
Ora sono 2 anni e mezzo che io e D.F.P. viviamo insieme.
Lo so che potrebbe essere banale, ma D.F.P. per me e’ stata una delle piu’ grandi lezioni di determinazione, coraggio, spontaneita’ e pazienza a cui io abbia assistito fino ad ora.

State bene.

07/11/07

MECCANISMI


E fu cosi’ che un bel giorno A.Z. completo’ il suo percorso e fini’ di studiare,
Non cerco’ molto il lavoro, questo le fu offero per caso e per destino da amici di amici degli amici.
A.Z. parte per il suo primo lavoro ed e’ entusiasta, felice!
A.Z. impara un sacco di cose nuove, conosce gente e metodi nuovi di lavoro, il suo nuovo mondo le piace un sacco.
Ogni mese con un po di difficolta’, A.Z. riesce a pagare tutte le spese della vita ed a volte con qulche ora di straordinario si toglie pure qualche sfizio, trascorrendo qualche serata furi casa.
Passano parecchi mesi e A.Z affronta la sua vita in modo lineare. A.Z. si alza, va a lavorare, torna a casa, mangia qualche cosa, un po di tv qualche lettura e poi si riposa per il giorno che segue. Finalmente una vita regolare.
Ma la vita si sregola si rompe la vecchia Fiat che la portava tutti i giorni al lavoro, ad A.Z. le si caria pure un dente che le fa un male cane.
A.Z. decide di prendere un cacciavite appuntito ed un martello… e con la fermezza della disperazione e una linea di sudore che le scivolava sugli spigoli del viso, A.Z fa un’altro buco nella sua cintura di cuoio. Un colpo secco….ZAC! Ed I vecchi levi’s le vanno ancora bene. Il dentista cura il suo dente ed il meccanico la sua macchina. A.Z. e’ felice…ci sta dentro di brutto. A.Z e’ dentro il sistema, A.Z. e’ un granello del sistema; una immensa macchina che funziona anche col suo sudore e la sua pazzienza. Si, i soldi di A.Z. incominciano a girare ed il meccanico compra un gioco nuovo per la play station di suo figlio ed il dentista paga la signora G. che tutte le settimane fa le pulizie nel suo studio, la quale aspettava da due mesi la sua paga…..il dentista ha cambiato macchina il mese scorso e la moglie ha voluto un divano nuovo per la casa in montagna. La signora G. faceva finta di capire, e quando tornava ancora una volta a casa senza la sua tanto attesa bustra paga, affilava il suo cacciavite appuntito … e con la fermezza della disperazione e una linea di sudore che le scivolava sugli spigoli del viso, la signora G. faceva un’altro buco nella sua cintura di cuoio. Un colpo secco….ZAC! Ed I vecchi pantaloni di velluto le andavano ancora bene.
A.Z. torna alla sua vita di sempre…..passano altri mesi.
Sempre la stessa cosa.
A.Z. pensa a quando era studente, alla Citta’, alle feste….eegia in quei tempi la sua testa era annegata in un minestrone che fermentava idée. Idee che stupivano, che facevano ridere, che facevano piangere. A.Z incomincia a cercare nuovi stimoli.
Si iscrive ad un corso di teatro, frequenta le sale di cinema, concerti. Ricomincia a dipingere ed ogni tanto qualcuno si dimostra interessato a quello che fa e per A.Z. questo vale piu’ del suo salario. Ma A.Z. non ce la fa piu’ coi soldi alla fine del mese, la benzina e’ pure aumentata….il cinema pure ed il falegname che le preparava i telai per i suoi quadri ha chiuso, ora deve andare da uno piu’ caro.
A.Z. decide cosi’ di parlare col capo per ottenere un piccolo aumento. Ma la moglie del capo aspetta un’altro bambino, e il figlio piu’ vecchio tra un anno andra’ all’universita’.
A.Z. smette di andare al cinema ed al teatro e passa le sue serate cercando un lavoro dove possa guadagnare di piu’. Una sera stufa di stare chiusa in casa va a bere una birra. A.Z. quella sera brinda con il suo nuovo futuro lavoro ed alla sua nuova casa.
A.Z. ora guadagna di piu’, ha pure un cane a farle compagnia nelle sue lunghe passeggiate al tramonto di un sole che illumina un paesaggio nuovo ed affascinante. A.Z. ricomincia a lavorare sodo e nei mesi successivi brinda varie volte a nuovi lavori. Ora A.Z. e’ piu’ tranquilla ed e’ ritornata a frequentare cinema e teatro. A.Z. pero’ non e’ completamente contenta, le lunghe ore passate davanti al computer le stanno portando si’ piu’ indipendenza economica, ma la sua salute diventa sempre piu’ fragile. Ora un paio di occhiali incorniciano I suoi occhi e la sua schiena alla sera le fa male e fa fatica a stendesi dopo tante ore trascorse seduta. A.Z. decide cosi di iscriversi in palestra e dedicare almeno 1 giorno a settimana solo a se stessa. A.Z. incomincia cosi’ a vivere di piu’ il suo tempo e godersi di piu’ la vita. A.Z. inizia una nuova fase, dove il lavoro occupa gran parte della sua vita ed ogni tanto si concede qualche vizio.
Il lavoro piano piano aumenta e A.Z. decide di fare un grande passo: aprire la propria impresa!. A.Z. e’ molto felice, ora ha un po di soldi da parte e la sua impresa sta andando bene, lavora tanto. Il suoi clienti sono contenti ed il suo cane sta sempre con lei, coricato annoiato alle sue spalle, aspettando il momento giusto per chiedere di uscire un attimo a fare pipi’. A.Z. entra cosi’ a testa alta in questo nuovo mondo fatto di impegni, telefono, responsabilita’ e sorrisi finti. Il lavoro diventa veramente tanto, cosi’ chiede aiuto ad un giovane che vuole iniziare a lavorare. Fu cosi’ che M.R. inizio’ a lavorare nell’impresa di A.Z. e ad aiutarla a consegnare in tempo i lavori.
A.Z non ha piu’ tempo per niente, la casa e’ uno schifo, cosi’ decide di chiamare la signora G. per fare le pulizie e governare la sua casa in sua assenza. A.Z. ora e’ costrtetta a lavorare sempre di piu’ perche deve pagare lo stipendio di M.R e quello della signora G. Passano un po di mesi ed A.Z. lavora e basta, il materiale per dipingere sta chiuso e rinsecchito in un armadio in cantina, il suo cane oramai e’ grasso ed I suoi occhiali pesano sempre piu’ sul suo naso. Ma la domenica, quando A.Z. non lavora e dedica il suo tempo solo a se stessa, trascorre i pomeriggi in lunghe passeggiate al tramonto di un sole che illumina un paesaggio ormai sempre uguale, dentro al quale si annegano i ricordi di quando era studente, della Citta’, delle feste, di quei tempi quando la sua testa era immersa in un minestrone che fermentava idée. Idee che stupivano, che facevano ridere e che facevano piangere.

Stete bene.