01/10/08

Quando ho pensato: "FACCIO 30" - 17/07/08 Malpensa, pensieri tra Atene, Milano e Lisbona -



Io ci credo che a volte i capelli mi cadono sugli occhi per non farmi vedere tutto quello che c’é intorno.
Io ci credo che il ginocchio a volte mi cede per farmi decidere da che parte andare.
Io lo so che a volte il telefono mi squilla perché in tempo non ci dovevo arrivare.
Io lo so che c’é una musica in sottofondo che non riusciamo ad ascoltare ma che ci fa continuamente ballare.
Lo stesso aereo che ora aspetteró per 5 ore l’ho giá preso in un minuto.
Questa penna che scivola male, srotola i miei pensieri, di nuovo soli, di nuovo senza uno sguardo a cui comunicarli.
Ci vuole troppo amore per stare al mondo felici.
Anche l’odio devi amare per essere felice, anche la vendetta e la stupiditá.
Ogni cosa terribile ci rende consapevoli dell’evidenza del suo contrario.
Tra 40 giorni ne faccio 30.
La quaresima del trentennale della mia vita che non so se si trova ad un terzo o alla metá del suo percorso.
Sono cresciuta in un mondo fatto di sacrificio e di lotta; ora vivo in una realtá che é quasi solo apparenza e quasi sempre appariamo in una forma che non ci piace.
Ho visto una scritta che diceva: ”il futuro non é piú quello di una volta!”.
Ora il futuro é come una malattia psicosomatica e piú ci pensi piú ti gratti la testa.
Ieri ho mangiato un gelato con mia nonna; guardava il gelato con gli occhi di una bambina. Senza chiederle niente ho rubato un po di quella luce nei suoi occhi e ne ho fatto il principio attivo di una pozione che berró ogni volta che penso al mio futuro.
State bene.

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